Museo della cultura Alpina e Ladina del Comelico

Il museo nacque in seguito ad una delibera della Regola di Padola del 1982. Nello stesso anno Evangelista De Martin Pinter invitò tutta la popolazione alla collaborazione per l’allestimento del nuovo museo. Nel 1987 la nuova cellula museale fu inaugurata a seguito del grande lavoro di ricerca dei manufatti e delle numerose donazioni dei locali.

Il primo curatore, nonché ideatore del museo, fu Evangelista De Martin Pinter che successivamente lo lasciò nelle sapienti mani di Gilberto De Martin Pinter. In seguito fu curato da Gianni Carbogno Barnabè, mentre oggi il museo è curato da Silvia De Martin Pinter.

L’esposizione permanente è suddivisa in diverse aree tematiche rappresentanti i mestieri della valle e i luoghi del vissuto popolare. Carpentieri, falegnami, boscaioli, contadini, stagnini, venditori ambulanti, scultori, calzolai sono tutti ben rappresentati e si possono ammirare i loro attrezzi immaginandosi com’era la vita di un tempo.

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véci del Comelico dovevano essere autosufficienti vista la posizione geografica in cui si trovavano. Oltre al vero e proprio lavoro, infatti, essi sapevano arrangiarsi e arrabattandosi erano in grado di fare tutto. Nei modellini donati da Alberto De Bettin, originario di Costalta, si può vedere come il laboratorio nelle case fosse una stanza multiuso piena di oggetti di tutti i tipi. E se gli uomini sapevano lavorare bene, le donne non erano certamente da meno. Cuoche, madri, contadine e anche tessitrici mantenevano casa, figli e animali quando gli uomini erano al lavoro.

La nascita di questo museo negli anni ’80 non è casuale. In un tempo in cui spesso ci pare di perdere le tradizioni e le storie dei nostri nonni è importante avere un posto per rivivere dei ricordi, oppure per conoscere e capire da dove veniamo, per non perderci e per non dimenticare da dove siamo partiti.

Un’altra cosa da non perdere assolutamente è la lingua che fa parte del ladino dolomitico con diverse inflessioni in Val Badia, Val Gardena, Val di Fassa, Cortina d’Ampezzo e alto Agordino. Qui al museo infatti le didascalie sono bilingue: in ladino e con la traduzione in italiano.

Se volete conoscere la cultura e comprendere le tradizioni del Comelico, il museo è il posto giusto per voi. Vi aspettiamo numerosi nei mesi estivi, con tanta voglia di accogliere i visitatori e raccontargli un pezzo di storia dei nostri avi!