La nostra storia: la Regola di Padola
La parola Regola, in Comelico, indica contemporaneamente un insieme di beni agro-silvo-pastorali (boschi, prati e pascoli) e una comunità di persone (regolieri) che possiede e gestisce collettivamente questi beni giunti quasi integri perché mantenuti indivisibili, inalienabili e non acquisibili per usucapione. Ancora oggi, infatti, le proprietà collettive appartengono ai capi famiglia discendenti dagli antichi proprietari che sono detti regolieri. Ogni paese ha la propria Regola con il relativo territorio di competenza: i pascoli e le malghe per l’alpeggio, i boschi, la casa comune con gli uffici e la sala per le assemblee. Inoltre, ciascuna Regola ha il proprio segno di riconoscimento.

in passato, per mantenere intatto il patrimonio collettivo e assicurare l’avvenire della comunità, le Regole gestivano le poche risorse concesse da un ambiente climaticamente ostile. I boschi, i pascoli e i campi coltivati vicino ai paesi venivano sfruttati secondo precise consuetudini, in origine trasmesse oralmente. A partire dal XII secolo queste norme vennero raccolte per iscritto in statuti, detti Laudi, e conservati negli archivi. I principi fondativi si ispiravano alla solidarietà, alla parità di diritti, alla gestione comunitaria delle risorse e alla conservazione del patrimonio attraverso le generazioni.
Un esempio tra tutti: il pascolo d’alta quota, dove si montica il bestiame d’estate, può tollerare solo un certo numero di capi, altrimenti risulterebbe eccessivamente sfruttato. Una specifica disciplina riguardava il corretto utilizzo dei pascoli, la nomina dei pastori, del casaro e dell’amministratore della malga.
Nel XVI secolo il patrimonio boschivo cominciò ad essere sfruttato a scopo commerciale e, per non depauperarlo, i Laudi si arricchirono di nuovi regolamenti.
Nei Laudi si precisavano inoltre le modalità di riunione dell’assemblea, l’elezione del caporegola, dei suoi assistenti, del cassiere, delle guardie e dei portaordini. La partecipazione alle assemblee era obbligatoria, sotto pena di sanzioni pecuniarie; i regolieri erano inoltre obbligati a fornire manodopera gratuita per la manutenzione del patrimonio comune. Norme dettagliate riguardavano la prevenzione degli incendi, la partecipazione ai riti religiosi, la definizione delle sanzioni e l’amministrazione della giustizia per le questioni minori.

La Regola, inoltre, erogava ai rispettivi regolieri un contributo in legname da utilizzare per il rifabbrico, ossia per la costruzione della casa, e per il fabbisogno, ossia la ristrutturazione della stessa. Oggi, invece, il contributo di rifabbrico viene corrisposto in denaro mentre tuttora ogni famiglia può ricevere il quantitativo annuale di legna da ardere necessario al riscaldamento della casa.
Le Regole amministrarono il territorio del Comelico fino al 1797. Con la caduta della Serenissima, cui seguì la dominazione francese prima e quella austriaca dopo, le Regole vennero soppresse e andarono a formare le frazioni del comune. Queste ultime, oltre a conservare delle Regole usanze ed antiche funzioni, acquisirono nuove competenze; così, tra il 1800 e il 1900, pur nella nuova veste formale, utilizzando le accresciute disponibilità economiche consentite dall’alto prezzo del legname, poterono occuparsi della costruzione di edifici civili e di culto. Iniziarono ad essere commissionate importanti opere d’arte, vennero costruiti degli acquedotti e strutture scolastiche; veniva inoltre assicurato un sostegno alle vedove e ai poveri e si distribuivano granaglie in caso di carestia. Si fornivano i libri scolastici e stipendiavano i maestri, si elargivano provvidenze alle famiglie che mandavano i figli a studiare in città, venivano finanziate scuole professionali locali.

Solamente nel 1948, dopo una lunga battaglia legale, le Regole vengono riconosciute e ricostituite con le loro originari consuetudini e proprietà originarie. Negli anni successivi esse si dotarono di nuovi statuti e importanti risorse furono impiegate per l’intonacatura degli edifici, il rifacimento dei tetti la distribuzione di acqua potabile nelle case dei regolieri. Dagli anni 70 del ‘900 è calato il valore del legname e di conseguenza le possibilità economiche delle regole si sono ridotte; ciò nonostante i regolieri continuano a gestire in modo oculato le proprietà collettive e le risorse agro-silvo-pastorali. Ad oggi il principale compito delle Regole risiede nella cura dell’ambiente e del paesaggio con un occhio di riguardo per lo sviluppo turistico.